Negli ultimi anni c'è stata una vera e propria riscoperta delle tradizioni locali e, se parliamo in particolare dei territori romagnoli, non si può non nominare la saba e il savor. Due prodotti simili, poiché entrambi essenzialmente legati al periodo della vendemmia.
La saba, o sapa, o mosto cotto è un vero e proprio sciroppo d’uva che si ricava dal mosto appena pronto (dell’uva sia bianca sia rossa). La saba, chiamata anche "vino cotto" o "miele d'uva", fino a non molto tempo fa era un condimento presente sulle tavole di tutte le famiglie.
Così la saba nelle parole di Pellegrino Artusi: "La sapa, ch'altro non è se non un siroppo d'uva, può servire in cucina a diversi usi poiché ha un gusto speciale che si addice in alcuni piatti. È poi sempre gradita ai bambini che nell'inverno, con essa e colla neve di fresco caduta, possono improvvisar dei sorbetti."
Il savor, invece, è una sorta di composta ed è una versione leggermente più complessa della saba. Ci sono infatti più ingredienti, oltre al mosto cotto, come: mele e pere cotogne tagliate a spicchi, pere volpine sempre a spicchi, mele dalla polpa soda grattugiate, noci, mandorle sbucciate, nocciole, pinoli, uva passa, fichi secchi, buccia di arancia e limone canditi. Il savor era, quindi, il dolce povero per eccellenza, ottimo per l'inverno, poiché ricco di proprietà energetiche.
Si tratta di prodotti tipici, caratterizzati dalla lentezza della preparazione e dalla qualità degli ingredienti. Tutte caratteristiche che negli ultimi anni stanno conquistando i consumatori, sempre alla ricerca di ricette di una volta, gustose e salutari.
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