Il prodotto più famoso è il Porridge, che altro non è che farina di avena immersa in un liquido a formare un pastone; come altri cereali (come l’orzo per la birra) la farina di avena può subire anche una fermentazione e la successiva distillazione, e avremo come prodotto, molto conosciuto, il Whiskey. La farina di avena può essere utilizzata anche per la panificazione o per la preparazione di dolci, ma da origine ad un prodotto più calorico rispetto al pane proveniente dal frumento.
Le proprietà nutrizionali dell’avena sono piuttosto diverse da quelle di altre cereali, in funzione della diversa struttura della pianta. Non a caso, il fatto che i rivestimenti siano molto consistenti dà origine ad un seme più piccolo, con meno materiale di riserva, ma allo stesso tempo con una concentrazione calorica maggiore. Ed è proprio per il maggior contenuto in grassi, che per quanto pochi sono il triplo rispetto alla media degli altri cereali, che l’avena, e di conseguenza la sua farina, è una tra le più concentrate dal punto di vista energetico. In altre parole, è una delle più caloriche. Esiste poi la questione, controversa, del glutine: il glutine nell’avena c’è, ma è un glutine diverso da quello del grano che sembra avere un potere patogeno nei soggetti sensibili molto più basso rispetto ad altri cereali, così che l’avena, quindi la farina d’avena, viene consumata in piccole quantità anche dai soggetti intolleranti.
La farina di avena è tipica soprattutto dei paesi nordici, come l’Inghilterra, dove non ci sono i caratteristici problemi di siccità simili a quelli che abbiamo nella parte meridionale del nostro paese, più adatta a colture di altro tipo. Per questo motivo le produzioni che hanno alla base proprio la farina d’avena sono tipiche di queste zone: come il porridge inglese.